Dipendenza da sostanze legali e illegali

La dipendenza si può sviluppare nei confronti di qualsiasi sostanza, compresa l’acqua e gli alimenti.

Le condizioni patologiche più frequenti riguardano le sostanze legali quali l’alcol e i farmaci. Le sostanze illegali sono quelle soggette a monitoraggio nazionale e internazionale da organi statali preposti e con una giurisprudenza preventiva e sanzionatoria specifica.
Tra le sostanze illegali, le più note e diffuse sono la cocaina, la cannabis, gli oppioidi naturali e sintetici.

Oltre all’alcol, le sostanze legali sono “facilmente” reperibili sul mercato farmaceutico, comprendono amfetamine, anestetici, antidolorifici, psicofarmaci. Fabbriche clandestine sintetizzano sostante stupefacenti che vengono immesse nel mercato delle droghe illegali. Ma, anche artigianalmente, è possibile confezionare droghe utilizzando un mix di prodotti farmaceutici associato o meno a sostanze illegali. La modalità di assunzione, per via ematica, inalatoria, orale/digestiva, dermica e mucosale, altera l’effetto delle sostanze rendendole adatte alle esigenze del consumatore. L’effetto che il soggetto cerca è la alterazione della coscienza, delle sensazioni e delle emozioni. I tempi e la quantità costituiscono un primo dato di valutazione. Il consumo può essere saltuario, con finalità sociali e ludiche, oppure solitario e continuo. Queste due modalità tendono a confondersi, quando lo stato di dipendenza diventa più grave e non sostenibile, dal punto di vista socio-relazionale, tossico (comparsa di disturbi medici e psichiatrici), ed economico. La dipendenza da sostanze è sempre collegata a disturbi somatici e psichici. Si caratterizza per alcuni aspetti fondamentali: tolleranza o necessità di aumentare la dose per ottenere gli effetti desiderati; astinenza o necessità impellente di assumere la sostanza in quanto la riduzione del dosaggio o l’interruzione brusca dell’assunzione, motivata dalla non disponibilità immediata della sostanza stessa, determinano disturbi somatici e psichici gravi e molto dolorosi per il soggetto; la perdita del controllo, cioè l’impossibilità di arrestarsi nella assunzione della sostanza, nonostante il raggiungimento degli effetti desiderati; il craving, il desiderio che si riaccende anche dopo molti giorni o mesi/anni, dalla sospensione della sostanza. Tutti questi aspetti sono indicatori di una importante alterazione anatomo funzionale dell’organismo, soprattutto del cervello. Sono indipendenti dalla volontà del soggetto e rappresentano il nucleo patologico sostanziale su cui deve focalizzarsi l’azione terapeutica. Il tipo di sostanza incide relativamente sulla malattia e la sua gravità, ma è la dipendenza che ne costituisce l’elemento patoplastico.

La cura delle dipendenze da sostanze ha due obbiettivi fondamentali: wash-out farmacologico e motivazione al cambiamento.
Per wash out farmacologico intendiamo la eliminazione graduale/rapida, totale/parziale della sostanza, illegale o legale, cui la persona è dipendente. Per motivazione al cambiamento intendiamo un sostanziale cambiamento della condotta e dello stile di vita, per raggiungere migliori livelli di adattamento sociale e di benessere individuale.
Il servizio per la cura delle dipendenze da sostanza/e è strutturato secondo il metodo RiAB 28 (Riabilitazione 28), ideato e realizzato esclusivamente in questa Casa di Cura. Il trattamento è della durata di almeno 28 giorni o quattro settimane. Durante l’intero periodo, il trattamento consiste in terapie mediche e psicologiche. La prima settimana è deputata agli accertamenti medici e tossicologici, alla diagnosi di co-morbilità mediche e psicopatologiche, disintossicazione e inizio del wash out farmacologico, avvio/modificazione del trattamento farmacologico, presa in carico psicologico-motivazionale. Nella seconda e terza settimana si stabilizza e si completa il wash out tossico-farmacologico, si valuta l’efficacia degli interventi ai fini della motivazione al trattamento e al cambiamento. La quarta settimana, conclusiva, prepara la dimissione con determinazione degli obbiettivi raggiunti e quelli da perseguire nel successivo follow up. Particolare attenzione è data allo “scalaggio” controllato degli oppioidi sostitutivi (metadone e altri), nonché degli psicofarmaci, nell’ottica di predisporre il soggetto a un eventuale programma residenziale. Il rapporto che la Casa di Cura ha con importanti istituti di residenzialità per addictions e doppia diagnosi consente di realizzare un piano riabilitativo completo, che comprende la preparazione al trattamento residenziale e la gestione delle ricadute.

Il metodo RiAB 28 è realizzato mediante l’apporto di competenze diverse, sia di tipo farmaco-tossicologico che psicoterapeutico. Il gruppo di lavoro è costituito da medici, psicologi e infermieri dedicati, esperti in questo specifico settore e soggetti a formazione e aggiornamento costante.

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Dipendenza da cocaina

La dipendenza da cocaina è il desiderio di usare regolarmente la cocaina. L’overdose di tale sostanza può causare danni cardiovascolari e cerebrali, come ad esempio: vasocostrizione dei vasi sanguigni nel cervello, provocando ictus e costrizione delle arterie del cuore, causando ischemia.

Nel disturbo da uso di cocaina si distinguono manifestazioni cliniche differenti che avvengono durante in base alla fase di intossicazione che può essere acuta, durante l’uso cronico e durante l’astinenza.

Generalmente si avvertono nella fasea cuta aumento di energia, sensazione di esaltazione o euforia, minor affaticabilità, minor bisogno di sonno, diminuzione dell’appetito. Tali sintomi virano negativamente verso deliri, allucinazioni, sintomi psicotici, attacchi di panico, ansia, irritabilità con il perdurare del consumo della sostanza nel tempo.
L’uso cronico di cocaina è associato a deterioramento cognitivo con compromissione della coordinazione visuo-motoria, dell’attenzione, della memoria e delle capacità decisionali.

Si può, inoltre, associare a idee e tentativi di suicidio.

La Casa di Cura si è dotata da anni di un percorso specifico per la dipendenza da cocaina che verte sulla somministrazione della terapia non farmacologica rTMS (stimolazione magnetica transcranica).

Dipendenza da cannabis

I disturbi da uso di cannabis consiste nell’abuso e nella dipendenza da teale sostanza.

Un indicatore di disturbo da utilizzo di cannabis è un aumento del tempo che la persona spende nel ricercare, nel consumare, nel parlare di cannabis anche attuando comportamenti insoliti o diventando nervoso/ostile se non riesce a soddisfare il bisogno della sostanza.
Nei casi più gravi, il disturbo può ledere profondamente la vita del soggetto generando problemi interpersonali e professionali. Il consumo di cannabis può essere inoltre associato a problemi di salute mentale come disturbi dell’umore e della personalità, manifestazioni psicotiche e d’ansia che possono compromettere la normale capacità di giudizio e autocontrollo. I soggetti potrebbero non riconoscere il problema o qualora ne fossero consapevoli potrebbero comunque non riuscire a cessarne l’utilizzo, pur percependone rischi e conseguenze.

La sospensione di un utilizzo cronico di cannabis può associarsi a sintomi d’astinenza anche non medicalmente gravi. Questi ultimi possono includere disforia (ansia, irritabilità, depressione, irrequietezza), disturbi del sonno (compreso rebound del sonno REM), sintomi gastrointestinali e diminuzione dell’appetito.

La dipendenza è il risultato di due componenti:quella di tipo fisico, che è la responsabile dei sintomi fisici di astinenza ed è dovuta sia al progressivo adattamento dei sistemi metabolici dell’organismo alle sostanze introdotte sia ad alterazioni a livello centrale; quella di tipo psicologico, che è invece dovuta sia a fattori comportamentali (cioè il piacere che il soggetto ricava dal rituale del fumare ed il contesto in cui ciò avviene) che biologici tra i quali l’iperstimolazione dei centri di ricompensa del cervello (responsabili del desiderio della sostanza).

La dipendenza di tipo fisico si risolve autonomamente in pochi giorni ed è generalmente più semplice da trattare, specie nel caso della cannabis; quella di tipo psicologico (craving) è invece più significativa e può richiedere maggiore impegno da parte del soggetto e un trattamento specializzato prolungato.

La Casa di Cura si è dotata da anni di un percorso specifico per la dipendenza da cannabis grazie al programma RiAB28.

Dipendenza da oppioidi

Gli oppiacei sono potenti analgesici che sono anche comuni sostanze d’abuso a causa dell’ampia disponibilità e delle proprietà euforizzanti.

Si fa comunemente abuso di eroina ed è in aumento l’abuso di prescrizione di analgesici oppiacei (p. es., morfina, ossicodone, idrocodone, fentanile); in parte l’aumento è dovuto a persone che hanno iniziato ad assumere questi farmaci per legittimi scopi medici.

Il problema dell’uso di oppiacei è di interesse globale, e in particolare in Europa, l’uso degli oppiacei e le morti per overdose sono aumentate significativamente negli ultimi anni.I problemi da uso di oppioidi comprendono l’autosomministrazione compulsiva a lungo termine di oppioidi non a scopo medico.

Il Trattamento per le forme di dipendenza gravi, recidivanti, consiste in una farmacoterapia di mantenimento alla sospensione degli oppiacei e disintossicazione con buprenorfina o metadone.

La Casa di Cura si è dotata da anni di un percorso specifico per la dipendenza da oppiacei grazie al programma RiAB28.

N.B.: Tutti i Pazienti in terapia sostitutiva devono ricevere preventivamente l’assenso del proprio Medico curante del SerD/SerT al trattamento della Casa di Cura Park Villa Napoleon.

Dipendenza da painkiller

Con il termine “Painkiller” si intendono sostanze oppioidi, che hanno come molecola base dei composti che derivano dall’oppio e nascono con degli effetti specifici rispetto all’analgesia. Sono sostanze che hanno trovato il loro uso soprattutto nella branca della medicina del dolore. L’uso che se ne fa è quello impiegato per gli effetti analgesici. Agiscono sulla percezione del dolore, aumentando la soglia di tolleranza. Purtroppo l’abuso o l’utilizzo smodato di tali sostanze può provocare sedazione e/o depressione respiratori, alterazioni degli stati di euforia e disturbi dell’umore.

Si parla di dipendenza da queste sostanze quanto l’apparato psicofisico necessita di quel farmaco perché senza la sua assunzione, si avvertono i sintomi da astinenza. Primo tra tutti il dolore, seguito da nausea, vomito, stipsi, fino ad accusare tutta una serie di sintomi neurovegetativi.

La Casa di Cura si è dotata da anni di un percorso specifico per la dipendenza da oppiacei grazie al programma RiAB28, intervento integrato e specifico di farmacoterapia e psicoterapia individuale e di gruppo.

Dipendenza da amfetamine

L’azione delle amfetamine incide principalmente sul Sistema Nervoso Centrale, causando il rilascio di Adrenalina (epinefrina) e Noradrenalina (noreprinefrina), le sostanze che il cervello produce per stimolare reazioni in caso di spavento, forti emozioni, pericolo o sforzo prolungato. La sua assunzione può avvenire per inalazione, ingestione e iniezione.

In generale le Amfetamine producono un senso generalizzato di euforia, attenzione, sicurezza e energia, accompagnato spesso da ondata di calore. I sintomi fisici includono: aumento delle pulsazioni e del respiro, aumento della temperatura corporea, bocca completamente secca, perdita dell’appetito, tensione della mandibola e Broxismo, ovvero la tendenza a digrignare i denti. Contemporaneamente le Amfetamine attutiscono il senso di stanchezza: sotto effetto si può ad esempio ballare per ore senza avvertire lo stress, la fatica, la fame, la sete e il bisogno di urinare.

Tra gli effetti non desiderati iI consumo prolungato di Amfetamine determina disturbi del ritmo sonno-veglia, perdita dell’appetito, paranoia e anche episodi psicotici.

La Casa di Cura si è dotata da anni di un percorso specifico per la dipendenza da amfetamine grazie al programma RiAB28.

Dipendenza da metamfetamine

Le metanfetamine si presentano sottoforma di una polvere cristallina bianca, inodore e dal sapore amaro che può essere facilmente disciolta in acqua o alcol. Le metanfetamine presentano una struttura chimica molto simile all’anfetamina, ma, rispetto a quest’ultima, mostrano effetti più pronunciati sul sistema nervoso centrale. Possono essere fumate, sniffate, ingerite o iniettate.

Le anfetamine sono classificate farmacologicamente come agonisti catecolaminergici indiretti ed esercitano le loro azioni sia a livello periferico che centrale incrementando il rilascio di alcuni neurotrasmettitori (noradrenalina e Dopamina) dalle terminazioni nervose.

Si ha, quindi, inizialmente un aumento della scarica di queste sostanze a livello recettoriale, che è causa di euforia e di tutta una serie di effetti eccitatori a livello centrale e periferico, cui segue una fase di depressione legata alla metabolizzazione e al successivo esaurimento dei neurotrasmettitori rilasciati dalle terminazioni nervose.

Dato il loro potente effetto stimolante sul sistema nervoso centrale, la loro capacità di dare facilmente assuefazione e di causare gravi danni, l’utilizzo delle metanfetamine è solo ed esclusivamente voluttuario.

Tra gli effetti a breve termine più frequentemente riscontrati l’aumento della pressione sanguigna e della frequenza respiratoria, le alterazioni del ritmo cardiaco e l’ipertermia, cioè il cosiddetto colpo di calore, consistente in un aumento velocissimo della temperatura corporea (anche sopra i 42°) sanguigna sono tra i più rilevanti.

Nel lungo termine sono stati riportati disturbi psicotici (manie di persecuzione, ossessione, fino ad idee suicide), perdita di memoria, comportamento aggressivo e violento, alterazioni dell’umore, perdita di peso, disturbi gengivali e dentari (specie se fumata), collasso cardiocircolatorio o respiratorio, disordini nel ritmo veglia-sonno.

L’uso frequente e prolungato di metanfetamine può indurre tolleranza e dipendenza psicologica e fisica: nei consumatori abituali accade che, per via della tolleranza progressiva e della dipendenza, per ottenere gli effetti euforizzanti occorre assumere dosi sempre maggiori.

La sindrome di astinenza da amfetamine si presenta dopo l’uso prolungato ad alte dosi e consiste soprattutto in una severa forma di depressione fisica e psicologica; la sintomatologia inizia entro le 24 ore dalla sospensione del farmaco e può anche persistere per mesi.

La Casa di Cura si è dotata da anni di un percorso specifico per la dipendenza da metanfetamine grazie al programma RiAB28.

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